Roncole Verdi
Situata 4.8 km a sud-est di Busseto, la frazione deve la propria notorietà alla casa natale di Giuseppe Verdi (monumento nazionale), un modesto edificio rurale di poche stanze, un tempo adibito anche a posteria. Qui il padre del Maestro, affittuario dei Pallavicino, gestiva un’osteria con annessa bottega di generi vari. La madre era filatrice. Secondo la tradizione, mentre Giuseppe Verdi veniva alla luce, un gruppo di musicanti girovaghi suonava al piano terreno in occasione della festa di San Donnino, patrono della diocesi e ciò fu di buon auspicio per la futura attività del nuovo nato.
Recenti studi affermano che quella dei Verdi era una famiglia di piccoli proprietari non illetterati: spesso, infatti, i locandieri leggevano le lettere a chi non era in grado di farlo. È perciò da sfatare la leggenda della famiglia indigente, del contadinello povero e privo d’istruzione, del giovane artista affamato, alimentata in seguito dall’editore Ricordi. Ancor oggi la vista dell’umile abitazione non manca di commuovere i numerosi visitatori e melomani. Nonostante i trionfali traguardi raggiunti, Verdi rimase memore delle proprie origini; scriveva, infatti, nel 1863: «Sono stato, sono e sarò sempre un paesano delle Roncole». Sulla facciata della casa una lapide ricorda che, nel 1872, i proprietari Giuseppe e Leopoldina Pallavicino stabilirono che l’edificio fosse conservato intatto. Del 1901 è la lapide commemorativa voluta dai poveri di Roncole beneficati dal Maestro. Nel centenario della nascita (1913) è stato collocato nel giardinetto antistante la casa un busto di bronzo realizzato da G. Cantù. Nell’ambito delle celebrazioni del primo centenario della morte (2001), lo storico edificio è stato consolidato e restaurato dall’architetto Pierluigi Cervellati, che ha curato anche il rifacimento del mobilio di legno, sobrio e lasciato volutamente al naturale.
Recenti studi affermano che quella dei Verdi era una famiglia di piccoli proprietari non illetterati: spesso, infatti, i locandieri leggevano le lettere a chi non era in grado di farlo. È perciò da sfatare la leggenda della famiglia indigente, del contadinello povero e privo d’istruzione, del giovane artista affamato, alimentata in seguito dall’editore Ricordi. Ancor oggi la vista dell’umile abitazione non manca di commuovere i numerosi visitatori e melomani. Nonostante i trionfali traguardi raggiunti, Verdi rimase memore delle proprie origini; scriveva, infatti, nel 1863: «Sono stato, sono e sarò sempre un paesano delle Roncole». Sulla facciata della casa una lapide ricorda che, nel 1872, i proprietari Giuseppe e Leopoldina Pallavicino stabilirono che l’edificio fosse conservato intatto. Del 1901 è la lapide commemorativa voluta dai poveri di Roncole beneficati dal Maestro. Nel centenario della nascita (1913) è stato collocato nel giardinetto antistante la casa un busto di bronzo realizzato da G. Cantù. Nell’ambito delle celebrazioni del primo centenario della morte (2001), lo storico edificio è stato consolidato e restaurato dall’architetto Pierluigi Cervellati, che ha curato anche il rifacimento del mobilio di legno, sobrio e lasciato volutamente al naturale.
creato: | lunedì 14 settembre 2009 |
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modificato: | lunedì 14 settembre 2009 |